Università di Trento, due milioni per nuove residenze studentesche

Studenti condividono una stanza in dormitorio

La Provincia di Trento investe 2 milioni per aumentare i posti letto per gli studenti dell’Università di Trento, colmando un grave divario.

Per potenziare la disponibilità di alloggi dedicati agli studenti dell’Università di Trento, la Giunta provinciale ha approvato, su proposta dell’assessore all’università e alla ricerca, i nuovi criteri per l’erogazione di contributi destinati alla realizzazione di residenze universitarie. La delibera prevede uno stanziamento complessivo di due milioni di euro per l’anno 2025.

Il provvedimento si rivolge a enti pubblici e privati, comprese le realtà ecclesiastiche, fondazioni e cooperative senza scopo di lucro, che dispongano almeno di una sede operativa sul territorio provinciale. I contributi, fino al 49% della spesa considerata ammissibile, riguarderanno interventi di ristrutturazione, acquisto di immobili e arredi per la creazione di nuove residenze, a condizione che ogni progetto preveda almeno 20 posti letto aggiuntivi.

I fondi saranno assegnati nel rispetto dei criteri europei relativi ai Servizi di Interesse Economico Generale (SIEG), con un vincolo ventennale sulla destinazione d’uso degli edifici. Per i primi 12 anni, almeno il 30% dei posti dovrà essere riservato a studenti fuori sede meritevoli ma privi di mezzi. Dal 14° al 20° anno, il 60% dei posti letto dovrà essere offerto a canoni ridotti almeno del 15% rispetto alla media di mercato.

Le domande per accedere al contributo potranno essere presentate tra il 28 aprile e il 9 giugno 2025 presso l’UMST resilienza abitativa, sostenibilità, assegno unico, utilizzando i moduli disponibili sul portale ufficiale della Provincia autonoma di Trento. La graduatoria delle richieste ammissibili sarà pubblicata entro 80 giorni dalla chiusura del bando.

Secondo gli ultimi dati disponibili, nella provincia di Trento sono presenti circa 11.000 studenti fuori sede, ma i posti letto attualmente garantiti da enti istituzionali si fermano a 1.340 unità, rispetto a un fabbisogno minimo stimato di 2.206. Il deficit, quindi, ammonta a circa 867 posti letto.