Università di Bologna: lo studio sugli outsider conquista il MIT Sloan

Katalin Karikó, premio Nobel per la medicina nel 2023

Il MIT Sloan dedica la copertina allo studio dell’Università di Bologna sull’innovazione generata dagli outsider

Le idee più dirompenti nascono ai margini? È il quesito che guida una serie di ricerche condotte dal professor Simone Ferriani dell’Università di Bologna, a cui il MIT Sloan Management Review ha dedicato la copertina della sua edizione primavera 2025. L’indagine approfondisce il cosiddetto “paradosso dell’outsider”, concetto elaborato da Paul Graham, fondatore di Y Combinator, secondo cui le innovazioni radicali emergono spesso da figure periferiche rispetto ai centri di potere e conoscenza.

Attraverso casi emblematici come quello di Katalin Karikó, premio Nobel per la medicina nel 2023, e Jack Ma, fondatore di Alibaba, lo studio mostra come chi opera al di fuori dei circuiti consolidati riesca a proporre soluzioni nuove proprio perché libero da regole e pressioni del sistema dominante. “Gli outsider sono quasi sempre portatori di competenze e idee inedite nei mondi in cui approdano, proprio perché tali idee maturano in contesti diversi da quelli di destinazione”, afferma Ferriani, docente di Imprenditoria e Innovazione all’Università di Bologna e alla Bayes Business School di Londra.

La ricerca ha analizzato 12.000 collaborazioni tra artisti a Hollywood, scoprendo che i progetti creativi di maggiore successo si sviluppano in una “zona di confine” tra centro e periferia dell’industria, un luogo ideale “dove la legittimità incontra la novità”.

Un elemento chiave è rappresentato dagli “alleati interni”: figure capaci di riconoscere il potenziale di un outsider e di sostenerlo, come accadde a John Harrison, orologiaio autodidatta, appoggiato dal re Giorgio III.

Fondamentale è anche il ruolo della comunicazione. Lo studio evidenzia che quando gli outsider adottano linguaggi e codici comprensibili al contesto a cui si rivolgono, aumentano notevolmente le loro possibilità di successo.

Un esperimento condotto su due gruppi di scienziati dell’Università di Bologna ha inoltre dimostrato che valorizzare l’identità individuale, piuttosto che quella collettiva, rende le organizzazioni più inclini ad accogliere idee esterne. È il modello utilizzato anche da Sequoia Capital, dove i partner analizzano singolarmente le proposte di investimento prima di confrontarsi.

Infine, lo studio sottolinea come gli outsider abbiano maggiori possibilità di emergere in fasi di trasformazione rapida, definite “inflection points”, come accaduto a Katalin Karikó durante la pandemia di Covid-19.