Università Lumsa, allarme stress per i Dsga delle scuole italiane

Stress sul luogo di lavoro

Uno studio dell’Università Lumsa rivela l’emergenza stress e burnout tra i Dsga: solo il 4% consiglierebbe il proprio lavoro.

I direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga), ovvero i responsabili della gestione contabile e organizzativa degli istituti scolastici italiani, stanno affrontando condizioni lavorative sempre più insostenibili. A rivelarlo è un’indagine condotta dal Dipartimento di Scienze Umane, Comunicazione, Formazione e Psicologia dell’Università Lumsa, su incarico dell’Anquap (Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche).

Il report, basato su un campione di oltre 2.000 Dsga, traccia un quadro preoccupante di una categoria professionale ormai esausta. L’85% degli intervistati dichiara di lavorare ogni giorno con ritmi estremamente sostenuti. Il 99% è impegnato in mansioni che richiedono attenzione continua e capacità di risoluzione dei problemi, spesso senza alcun supporto. L’83% vive costantemente in uno stato di tensione, causato dalle responsabilità e dalle decisioni complesse richieste dal ruolo.

Il peso psicologico è notevole: più dell’80% dei Dsga percepisce il lavoro come emotivamente logorante. Il 68% manifesta disagio emotivo legato a sentimenti di frustrazione, rabbia e ansia. Il 52% mostra segnali evidenti di burnout, con una perdita di motivazione e di coinvolgimento nel proprio incarico. Questo deterioramento dell’engagement professionale è evidente anche dal fatto che oltre la metà degli intervistati non prova più entusiasmo per il lavoro e non si sente parte integrante del sistema scolastico.

Le conseguenze di questo stress cronico si estendono alla sfera personale. Il 54% afferma che il lavoro prosciuga tutte le proprie energie, mentre il 51% dichiara che l’attività lavorativa incide negativamente sulla vita privata. Il 57% soffre di disturbi del sonno. Particolarmente colpite sono le donne, che rappresentano il 68% dei casi di stress acuto, il doppio rispetto agli uomini. Secondo numerosi studi sullo stress lavorativo cronico, sintomi di questo tipo possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, compromettere il sistema immunitario e portare a forme depressive.

Il quadro si aggrava ulteriormente se si considerano motivazione e soddisfazione. Solo il 4% dei Dsga consiglierebbe il proprio lavoro ad altri. Il 66% sta valutando seriamente l’idea di cambiare professione. E il 97% ritiene la retribuzione assolutamente inadeguata rispetto all’impegno richiesto.