Università di Pisa, il 70% degli studenti decide dopo il diploma

Il sondaggio del consorzio CISIA fotografa il ritardo nella scelta dell’università e la necessità di un orientamento anticipato.
Secondo il sondaggio “Orientarsi dopo la scuola” promosso dal consorzio CISIA, che riunisce 62 università statali italiane e le conferenze di Ingegneria, Architettura e Scienze, oltre il 70% degli studenti sceglie cosa studiare solo durante l’ultimo anno delle superiori, o addirittura dopo aver conseguito il diploma. Il fattore principale nella decisione è la passione, sia per le materie sia per il lavoro desiderato, mentre amici e familiari risultano essere le influenze più rilevanti. I docenti rivestono un ruolo chiave nella diffusione delle iniziative di orientamento. Inoltre, i ragazzi con almeno un genitore laureato hanno maggiori probabilità di partecipare a queste attività.
La ricerca, presentata nella sede del CRUI, ha analizzato 340.315 TOLC effettuati nel 2024, rilevando un calo generalizzato dei punteggi nell’arco dell’ultimo triennio. Le performance migliori si registrano nel Nord-Est, mentre matematica e comprensione del testo si confermano le aree più critiche, con geometria e grammatica particolarmente deboli. Gli studenti dei licei ottengono punteggi mediamente più alti rispetto a quelli provenienti da altri indirizzi.
Andrea Stella, presidente del consorzio CISIA, ha dichiarato: “Da sempre sosteniamo che per prepararsi al meglio all’accesso alle università, e se si vuole anche ai test (ma riteniamo sbagliato prepararsi solo ai test), bastano i libri scolastici, leggere i sillabi, utilizzare liberamente i nostri strumenti. In tutto questo constatiamo come ci sia spesso un uso improprio del marchio TOLC e del nome CISIA, fatti su cui stiamo lavorando per tutelarci. CISIA è un organismo senza fini di lucro, che svolge una funzione importante e delicata accanto a studenti e università”.
Il presidente ha poi spiegato che lo scopo dell’indagine era comprendere come gli studenti approcciano il momento della scelta del percorso universitario e come utilizzano gli strumenti di orientamento disponibili. “Forse per la prima volta in assoluto – ha aggiunto – è stato chiesto a chi vuole studiare come giudica questi strumenti e soprattutto cosa vorrebbe. Le risposte sono illuminanti e già da sole basterebbero a dare un impulso decisivo ai progetti di orientamento. In questo senso, il test di accesso non è, e non deve essere, un mero strumento di selezione, un evento isolato e fine a sé stesso, ma deve far parte di un processo più ampio”.
Anche Giuseppe Forte, direttore di CISIA, ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto fin dall’orientamento iniziale: “Le attività di CISIA partono da lontano, con l’orientamento, che possiamo definire alla stregua del prendersi ‘cura’, parola che mette in primo piano l’attenzione verso qualcuno e la sollecitudine nel fare qualcosa. In questo senso, stiamo facendo sempre di più, con nuove idee, progetti in partenza e un’evoluzione costante dei nostri servizi”. Forte ha inoltre ricordato che la sede del consorzio si trova a Pisa, non solo per ragioni storiche – il primo presidente e il coordinatore della commissione nazionale test insegnavano all’Università di Pisa – ma anche per motivi logistici, trattandosi di una posizione centrale sul territorio nazionale, favorevole ai rapporti con gli atenei.
Maria del Mar Huerta Moran, responsabile dell’Ufficio Orientamento del CISIA, ha messo in evidenza un altro dato rilevante: “Una minoranza di studenti sceglie l’università prima del penultimo anno di scuola, mentre la maggioranza di ragazze e ragazzi decide all’ultimo anno o addirittura dopo il diploma. Questo fatto, escludendo situazioni specifiche, ci fa capire quanto sia difficile optare per l’uno o l’altro corso di laurea; visto con gli occhi dell’orientatrice, sottolineo come il dato indichi un bisogno di anticipare le azioni di orientamento, per dare l’opportunità di costruire la scelta nel tempo”.