Università di Pisa guida il rilancio del fico nel Mediterraneo

Mani tengono una ciotola piena di fichi

Agrofig, il progetto europeo guidato dall’Università di Pisa, punta sul fico per agricoltura, biodiversità e turismo nel Mediterraneo

Il fico rappresenta una risorsa strategica per il bacino del Mediterraneo, grazie alla sua straordinaria capacità di adattamento a condizioni ambientali difficili. Le sue radici profonde contrastano l’erosione del suolo, la pianta favorisce la presenza di impollinatori e fauna selvatica, incrementando così la biodiversità, mentre i suoi frutti generano opportunità economiche per i piccoli produttori agricoli. Oltre al valore agricolo, il fico riveste anche un’importante funzione culturale, contribuendo allo sviluppo del turismo legato alle tradizioni locali.

Per valorizzare ulteriormente questa coltura, è nato Agrofig, un progetto europeo coordinato dall’Università di Pisa. “Utilizzare colture arboree resistenti alle condizioni ambientali avverse causate dai cambiamenti climatici è fondamentale – spiega Tommaso Giordani, professore associato di genetica agraria dell’ateneo pisano e responsabile di Agrofig – e il fico ha una grande capacità di adattarsi ad ambienti secchi, calcarei e salini, rendendo questa specie estremamente utile nel Mediterraneo. Il nostro obiettivo è di usare tecniche genomiche per caratterizzare e selezionare le varietà migliori e rilanciare questa coltura arborea particolarmente resiliente e ricca dal punto di vista nutrizionale”.

Il gruppo di ricerca dell’Università di Pisa si concentrerà sull’analisi della variabilità genetica delle varietà italiane di fico e valuterà anche l’impatto della coltivazione sul piano agronomico, economico e microbiologico. L’analisi comprenderà lo studio dell’associazione tra il fico e altre colture erbacee, come leguminose e foraggere, per comprendere meglio le sinergie tra le specie vegetali e ottimizzare le pratiche colturali sostenibili.