Università Vanvitelli, l’allarme: metà dei giovani rinuncia alla chirurgia

Università Vanvitelli

Allarme dell’Università Vanvitelli: troppi giovani abbandonano la chirurgia, metà dei posti in specializzazione resta scoperta.

La chirurgia vive un momento di grande trasformazione grazie all’innovazione tecnologica, ma in Italia si affaccia una crisi preoccupante: sempre meno giovani medici scelgono di intraprendere questo percorso. L’allarme arriva da Napoli, dove Ludovico Docimo, direttore della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e presidente eletto della Società Italiana di Chirurgia, insieme a Vincenzo Bottino, direttore generale dell’Ospedale Evangelico Betania e presidente dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani, denunciano il drastico calo delle iscrizioni alle scuole di specializzazione in chirurgia.

“L’ultimo dato nazionale riporta un 50% di posti lasciati vuoti dai neolaureati e un tasso di abbandono del 20% dopo il primo anno, con picchi preoccupanti in alcune sedi, dove nessun laureato si è iscritto alla specializzazione in chirurgia”, avvertono Docimo e Bottino.

Proprio su iniziativa dei due esperti, dal 10 al 12 aprile, si terrà all’Hotel Excelsior di Napoli il congresso “Le grandi rivoluzioni in chirurgia”, che vedrà riuniti alcuni dei più importanti chirurghi italiani per discutere del futuro della disciplina.

La robotica rappresenta una delle rivoluzioni più evidenti. “In Italia, nel 2024, sono stati effettuati 14.000 interventi chirurgici con tecniche robotiche, con un incremento del 40% rispetto all’anno precedente. Di questi, ben il 25% sono stati eseguiti in Campania”, spiegano gli organizzatori. Particolarmente significativo è il settore della chirurgia dell’obesità, che negli ultimi quattro anni ha registrato un aumento del 600% negli interventi eseguiti con metodologie robotiche.

Docimo sottolinea però che “senza la ‘mano’ dell’uomo molti di questi progressi rischiano di arenarsi”. Le cause di questa disaffezione dei giovani verso la chirurgia sono molteplici: “dai rischi professionali sempre meno tutelati sotto il profilo giuridico, a uno stress superiore rispetto ad altre branche della medicina, senza un’adeguata valorizzazione economica. Temi su cui ci aspettiamo risposte concrete dal Ministero della Salute”.

Il congresso di Napoli ospiterà anche un momento dedicato alla storia della disciplina. “Oggi ci sembra normale – ricorda Bottino – che Sainz abbia vinto un Gran Premio di Formula Uno a soli quindici giorni da un’appendicectomia laparoscopica. Ma fino alla fine dell’Ottocento l’appendicite non veniva operata e provocava la morte di molti pazienti. E negli anni Ottanta, chi eseguiva i primi interventi laparoscopici veniva criticato, come accade spesso a ogni progresso scientifico”.

Durante l’evento sarà anche assegnato il premio “Enrico Di Salvo” per i giovani chirurghi under 40, in memoria del medico napoletano scomparso a febbraio e fondatore di una delle missioni umanitarie più attive in Sud Africa.

Guardando al futuro, Docimo è ottimista: “Sono convinto che, come accaduto con la laparoscopia, anche la chirurgia robotica, oggi limitata a policlinici universitari e grandi ospedali, si diffonderà sempre più grazie a una formazione più capillare e alla riduzione dei costi. Ma nessuna rivoluzione sarà possibile senza il ritorno della vocazione alla chirurgia da parte dei giovani”.